SISTEMI DI FITODEPURAZIONE
La fitodepurazione è un sistema naturale di depurazione delle acque di scarico costituito da un bacino impermeabilizzato riempito con materiale ghiaioso e vegetato da piante acquatiche.
La depurazione avviene mediante l'azione combinata tra substrato ghiaioso, piante, refluo e microrganismi presenti. All'interno del letto di ghiaia, al passaggio delle acque reflue, si formano microrganismi che mettono in atto reazioni biochimiche di degradazione delle sostanze inquinanti. Le piante, oltre a partecipare attivamente all'eliminazione degli inquinanti, forniscono l'ossigeno necessario alle reazioni trasportandolo dall'apparato foliare a quello radicale. Per questo motivo solo le specie vegetali che possiedono determinate caratteristiche possono essere impiegate negli impianti di fitodepurazione: in particolare le specie più utilizzate a livello internazionale sono Phragmites Australis, Carex, Juncus, Typha, Iris, Scirpus lacustris.
Queste, oltre ad assicurare l’efficienza del sistema mantenendone permeabilità e porosità, contribuiscono alla riduzione del volume del refluo, attraverso l’assorbimento radicale e l’evapotraspirazione, ed all’assorbimento di fitonutrienti ed elementi tossici. Costituiscono inoltre il naturale supporto per la popolazione microbica: per la colonizzazione da parte dei microrganismi specifici è necessaria infatti la disponibilità di siti in cui possano insediarsi oltre che di materia organica per il loro metabolismo. Svolgono poi un ruolo fondamentale per l’apporto di ossigeno nel medium di riempimento permettendo la creazione di zone diversamente ossigenate nelle quali possono effettuarsi i meccanismi fondamentali di rimozione dei diversi inquinanti ad opera dei microrganismi che le colonizzano: l’alternanza di zone aerobiche, anossiche ed anaerobiche oltre a permettere lo sviluppo di diverse famiglie di microrganismi provoca la riduzione del numero di patogeni, particolarmente sensibili ai rapidi cambiamenti del tenore di ossigeno disciolto.
Il sistema funziona in assenza di energia aggiunta e quindi di parti elettromeccaniche. Ciò permette di definire l'impianto "ecocompatibile".
Gli impianti di fitodepurazione opportunamente dimensionati e realizzati consentono un abbattimento del carico organico del refluo in entrata superiore al 90% e comunque conforme ai limiti di legge (D.Lgs. 152/06).
Per il dimensionamento degli impianti viene considerata una portata di scarico media giornaliera procapite di 200 litri, una quantità di BOD5* procapite pari a 60 g/giorno con pH all'ingresso compreso fra 6 e 8,5.
L'impianto di fitodepurazione si realizza mediante lo scavo di un bacino di dimensioni variabili a seconda della portata e della tipologia di scarico. Il bacino viene rivestito con un sistema di impermeabilizzazione e viene riempito con materiale inerte selezionato sul quale saranno direttamente piantumate le diverse essenze vegetali macrofite atte alla depurazione.
Il livello del refluo all'interno del bacino di fitodepurazione è costantemente mantenuto 10/15 cm sotto la superficie della ghiaia mediante il sistema di regolazione del livello posto in uscita. L'impianto è calpestabile, senza affioramento di acqua in superficie.
Vantaggi e svantaggi della fitodepurazione
Tra i principali vantaggi della fitodepurazione troviamo i ridotti costi dell’impianto e della gestione, l’assenza di consumi energetici a carico dell’uomo, la possibilità di gestione dell’impianto da parte di personale non specializzato, la ridotta manutenzione, la flessibilità nei confronti di variazioni del carico idraulico e organico, la riduzione delle portate da trattare grazie ai fenomeni di evapotraspirazione, il risparmio di chilometri di costosi impianti di tubazione per il collegamento alla rete di scarico urbana, il risparmio del 60% in termini di energia elettrica rispetto ai sistemi adottati negli impianti urbani, la possibilità di riutilizzare l’acqua depurata, e ormai ricca di nutrienti, per irrigare giardino e coltivazioni, il riutilizzo dell’acqua (non potabile) per uso negli elettrodomestici (lavatrice, lavastoviglie, riscaldamento, ecc.), per il lavaggio dell’auto o di qualunque altro oggetto e per gli sciacquoni del bagno. D’altra parte, però, è opportuno riconoscere che vi sono anche degli svantaggi. Tra questi troviamo ad esempio l’elevata produzione di vegetazione da rimuovere e smaltire periodicamente, la necessità di aree da poter destinare all’impianto, la diminuzione delle efficienze depurative nel periodo invernale e quindi la quasi impossibilità ad utilizzare simili impianti in luoghi caratterizzati da climi rigidi, il possibile sviluppo di cattivi odori, la possibile proliferazione di insetti e la possibile presenza di ratti.
*B.O.D.5: RICHIESTA BIOCHIMICA DI OSSIGENO
Esprime la quantità di ossigeno necessaria per l’ossidazione di alcune sostanze contenute nell'acqua da parte dei microorganismi aerobici, quindi è una misura indiretta delle sostanze organiche batteriologicamente degradabili presenti nell’acqua.
La sua misurazione è simile al processo che avviene naturalmente nei corsi d’acqua o negli impianti di tipo biologico ad opera della flora batterica che utilizza l’ossigeno disciolto per ossidare e depurare le sostanze inquinanti. Siccome i batteri consumano ossigeno decomponendo queste sostanze, il consumo di ossigeno avvenuto in 5 giorni è un indicatore dell’inquinamento del corso d’acqua da sostanze organiche.
SISTEMI DI FITODEPURAZIONE
IMPIANTI BIOLOGICI DI DEPURAZIONE